Francesco Facchinetti ha fatto un autotrapianto o indossa la Patch Cutanea?
- Il trapianto monobulbare di Facchinetti
- Come si chiama la parrucca di Facchinetti?
- Come Facchinetti è riuscito a ripristinare i capelli?
- DJ Facchinetti prima di aver subito il trapianto
- Showman Facchinetti dopo aver effettuato il trapianto

La domanda rimbalza di bocca in bocca da tempo e in effetti Facchinetti - diventato celebre nel 2003 sotto lo pseudonimo di Dj Francesco con il tormentone “La canzone del Capitano” - sulla sua testa sembra aver sperimentato proprio di tutto.

L’artista ha recentemente confidato ai social la storia della sua “avventura tricologica”, durata circa vent’anni e conclusa solo da poco, grazie a una soluzione non invasiva di cui Facchinetti si reputa entusiasta. Ma di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

Cominciò tutto con il Toppik…
L’alopecia androgenetica è una questione di famiglia: lo sa bene Francesco Facchinetti che l’ha ereditata dal papà Roby, storico componente dei Pooh. A causa di questa patologia il ventenne Francesco andrà alla ricerca dei rimedi più disparati per camuffare le zone del suo cranio affette da un incipiente calvizie.

Dopo molti esperimenti sceglierà di affidarsi al Toppik, un cosmetico composto di microfibre di cheratina che applicato sulla testa si lega alla chioma presente, amplificandone visibilmente la densità. Purtroppo si tratterà di una soluzione debole e spesso poco pratica poiché il prodotto macchia le superfici con cui viene a contatto e con la testa bagnata cola via, per cui è impossibile da usare al mare o in piscina.
L’autotrapianto tricologico di Facchinetti
L’esperienza deludente con il Toppik e la perdita di capelli che non accenna a interrompersi spingeranno Facchinetti a optare per una scelta drastica. Lo showman ammetterà infatti di essersi recato ad Atene, a 30 anni, per sottoporsi a un autotrapianto di capelli.

Nelle sue dichiarazioni al mondo social DJ Francesco non entra nel merito della tecnica con la quale l’équipe chirurgica ellenica lo abbia operato, ma da quanto riferito sembra si sia trattato di un intervento con metodo FUE o FUT, in cui le unità capillari della calotta cranica occipitale vengono rimosse per poi essere reinnestate nelle aree della cute affette da diradamento.
La Patch Cutanea

A 34 anni Facchinetti purtroppo perderà i capelli ricresciuti grazie al trapianto tricologico e, non volendo sottoporsi a un nuovo intervento, tornerà a usare per un periodo il Toppik, fino a quando non verrà a conoscenza del trapianto non chirurgico di capelli tramite patch cutanea e deciderà di provarlo, trovando così la soluzione per lui più efficace. Sarà realmente così o si tratterà solo di una strategia di marketing? Solo il tempo saprà dirlo.
Differenza tra Patch Cutanea e trapianto FUE
Per Patch Cutanea s’intende una protesi di capelli sulla cui sottile membrana sono stati inseriti dei capelli veri. Questa nuova generazione di parrucca è solitamente realizzata con materiali che permettono la traspirazione della cute e viene applicata sulla zona affetta da diradamento con l’uso di resine o collanti, per favorire l’infoltimento della chioma. La protesi può essere tenuta in testa fino a 15 giorni, quando poi dovrà essere rimossa per la pulizia.
Alla luce di questo è chiaro che la Patch Cutanea non sia un rimedio definitivo e, alla lunga, neppure particolarmente pratico considerando che la protesi ha bisogno di manutenzione e che col tempo va deteriorandosi.

Il trapianto monobulbare FUE, invece, è un rimedio che offre delle garanzie di normalità tricologica decisamente più affidabili: l’innesto viene praticato con unità follicolari estratte al paziente stesso, per cui quelli che dopo qualche mese cresceranno saranno i propri capelli, non quelli di qualcun altro e, a dispetto di pochi mesi di precauzioni, si avrà la prospettiva di molti anni con una chioma vera, stabile, naturale.
Affidarsi a dei professionisti del settore per sottoporsi a un intervento di autotrapianto tricologico è una garanzia di buona riuscita della pratica. Scegliete solo il meglio per voi, affidatevi ad Aratravel: professionisti con un’esperienza di oltre 10 anni nel ramo della tricologia.