Come fermare l'alopecia androgenetica femminile?

Oggi la patologia della calvizie femminile è spesso sottovalutata. La calvizie non è solo una prerogativa maschile, e a dimostrarlo sono i dati: circa il 50% delle donne registra nel corso della sua vita un progressivo diradamento dei capelli, un processo che mina la femminilità e la sicurezza personale. Lo spessore dei capelli si riduce e il cuoio capelluto diventa sempre più visibile, ad esempio, con la comparsa della menopausa, quando vengono a mancare gli ormoni femminili estrogeni, che di solito contrastano l’azione degli androgeni (gli ormoni maschili), salvaguardando i follicoli piliferi. Più in generale, la predisposizione genetica e gli ormoni androgeni in eccesso sono le cause principali della forma più comune di alopecia androgenetica. Ad aggravare la patologia ci pensano una serie di concause, che possono portare a una degenerazione follicolare fino al 60%, con velocità e intensità differenti: accumuli di stress, stile di vita irregolare, problemi alimentari, carenza di ferro e vitamina D, e malattie della tiroide sono solo alcuni dei fattori legati alla calvizie nelle donne.

E i rimedi? Quelli attualmente disponibili per contrastare l’avanzare dell'alopecia androgenetica sono molteplici e studiati per agire su due fronti: stimolare la ricrescita e fornire sostanze antiandrogene. Non si può prevedere una sola tecnica isolata, ma un’azione coordinata di più fattori. Non è possibile non considerare, ad esempio, un importante coadiuvante nella terapia anticalvizie è l’alimentazione: frutta secca, cereali, e alcuni oli vegetali contengono fitosteroli che inibiscono la 5 – alfa reduttasi, quell’enzima che trasforma il testosterone in DHT, il composto all’origine dell'alopecia androgenetica. Bisogna ricordare anche che massaggi, lozioni, maschere e impacchi non possono avere alcuna influenza sulle più profonde cause dell'alopecia.

Integratori contro alopecia: i migliori 5 del 2023

1. Pasulin ricrescita

Questo integratore naturale è farmacologicamente testato per rinforzare i capelli e prevenirne la caduta. È, infatti, un coadiuvante efficace nel contrastare l’alopecia androgenetica.

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Una tra le strade più battute è quindi la terapia farmacologica dell'alopecia androgenetica, che prevede la somministrazione di farmaci per via topica o sistemica. Nel primo caso, il farmaco più utilizzato è Minoxidil, lozione che consente di allungare la fase di crescita del capello (fase Anagen) e migliorare la circolazione sanguigna locale, sebbene si sia registrato, nelle donne, un effetto spiacevole di crescita di peli sul viso. Un altro farmaco dell'alopecia androgenetica a uso topico è l’estrone solfato, un ormone che - analogamente agli altri estrogeni - aiuta anche ad attivare la produzione di fattori di crescita che favoriscono la moltiplicazione cellulare a livello degli stessi capelli.

La via di somministrazione sistemica è particolarmente indicata nelle donne con iperandrogenismo associato alla sindrome dell'ovaio policistico. In questi casi, il principio attivo maggiormente impiegato è l'etinilestradiolo in associazione al ciproterone acetato.

Un’efficace risposta all'alopecia androgenetica è fornita dalla terapia chirurgica, grazie al trapianto capelli con tecnica Fue, in grado di ripristinare la capigliatura nelle zone calve o diradate. In questo caso il trasferimento “strategico” dei follicoli dalla zona donatrice alla zona ricevente fa sì che la densità nel vertice e nella regione centrale – aree maggiormente coinvolte nell'alopecia androgenetica - aumenti, ottenendo un aspetto naturalmente folto. Questo tipo di chirurgia è indolore per la paziente e porta a ottenere i primi risultati dopo pochi mesi, e un esito definitivo e duraturo dopo 9-12 mesi. Inoltre la moderna micro-chirurgia estetica permette di sottoporsi all’intervento senza una rasatura totale dei capelli, per attenuare l’eventuale disagio delle pazienti.

Non può essere considerata la soluzione completa al problema dell'alopecia androgenetica – agendo su follicoli ancora attivi - ma un valido coadiuvante alle tecniche già citate, la terapia laser di tipo LLLT, conosciuta anche come fototerapia o fotobiostimolazione, che permette di produrre una stimolazione biologica interna alle cellule, le quali rispondono con un miglioramento del metabolismo cellulare e un aumento della circolazione sanguigna nei tessuti. Il tutto senza alcun effetto termico (per questo definito anche laser ad applicazione a freddo). Un approccio innovativo alla calvizie femminile è fornito dalla medicina rigenerativa che permette di sfruttare le potenzialità delle nostre cellule rigenerative.

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